e se fossi stato io?
e se fossi stato io?
la città dei vivi
di Nicola Lagioia
Non sono una persona che ama particolarmente i telegiornali. Questo perché, di solito, le notizie le accolgo in altro modo ma anche perché voglio evitare il più possibile di sentire brutte notizie e storie spiacevoli. Strano perché, in realtà, sono un amante degli horror, sul lato audio-visivo, e dei true crime, sul lato podcast. Tuttavia ascoltare una notizia di cronaca, di rapimenti, di omicidi, accaduti il giorno prima, mi fa un effetto diverso rispetto ad ascoltare storie accadute tempo fa e raccontate in un certo modo. Forse perché quando le sento al telegiornale mi viene sempre da pormi una domanda: e se fossi stato io? Se mi fossi trovato io lì in quel momento? Se fossi stato io la vittima?
Una domanda che sicuramente tutti si sono fatti almeno una volta nella vita.
Ascoltando il podcast di cui parlo in questo articolo però, le paure si invertono, si fanno strada in modo molto più netto, richiedono una consapevolezza molto più profonda. La domanda è: se fossi stato io il carnefice?
La Città dei Vivi cerca di rispondere a questa e ad altre domande tramite le parole del suo autore e conduttore Nicola Lagioia, scrittore e direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino. Il podcast, prodotto da Chora Media, parte dal libro omonimo scritto dallo stesso autore e racconta la storia di un delitto efferato avvenuto a Roma nel 2016: l’omicidio di Luca Varani ad opera di Manuel Foffo e Marco Prato. Un caso di cronaca che fece scalpore all’epoca, in un periodo in cui Roma era allo sbando dal punto di vista politico e sociale.
Il podcast ripercorre tutte le tappe della vicenda in perfetto stile true crime, facendo una ricostruzione dell’accaduto in maniera dettagliata e coinvolgente. È chiaro sin da subito, però, che l’argomento è quasi solo un “pretesto” per innescare un’indagine altra da quella dell’omicidio in sé. Se uno dei protagonisti è il crimine avvenuto e i suoi risvolti in termini di cronaca, un altro protagonista alla pari è l’indagine sul concetto di colpa e responsabilità.
Dall’inizio della vicenda e durante tutto il percorso delle sette puntate sembra che l’autore sviluppi una sorta di ossessione nei confronti degli assassini. Un’ossessione che, se da una parte riflette superficialmente l’atteggiamento di giornalisti e testate verso questo caso di cronaca, e quindi l’ossessione mediatica che c’è stata, dall’altra è molto più personale e evocativa rispetto al mero scoop. L’intenzione di Lagioia è quella di umanizzare il più possibile Prato e Foffo ma non per renderli dei martiri o delle figure “cattive ma intriganti”, una pratica che accade spesso soprattutto nel mondo dell’audiovisivo. L’autore vuole umanizzarli perché si sente legato a loro in qualche modo che non riesce a spiegarsi in modo definitivo ma solo ipotetico. Umanizzarli vuol dire cercare di immedesimarsi in loro e cercare di comprendere come due persone apparentemente normali abbiano potuto essere fautori di un delitto così efferato e incomprensibile. Capire questo vorrebbe dire riuscire a rispondere a quella famosa domanda: avrei potuto essere io il carnefice? In virtù del legame emotivo che l’autore ha colto in sé stesso nei confronti degli assassini e in virtù del tentativo di comprendere il perché di tutto quello che è successo, quella domanda diventa ancora più spaventosa e, allo stesso tempo, necessaria.
C’è una terza protagonista, però, che aiuta Lagioia nel provare a rispondere a quella domanda: Roma. Una città dall’aura magica e mistica in cui tutto può succedere. Un luogo vivo, con una sua volontà. Un posto in cui la luce e il buio hanno un confine molto labile. Sono proprio i racconti della Roma notturna a fare da sfondo a numerosi parti della vicenda, storie narrate dall’autore ma anche da ospiti. Spunti che vanno a cercare di spiegare angoli e momenti vissuti nella città eterna a chi non può capire, a chi non li ha mai vissuti. Spunti da cui viene fuori tutta la contraddizione e la follia calma di un lato della Capitale che non tutti conoscono ma che chi abita o ha abitato a Roma ha almeno intravisto.
I tre protagonisti del podcast, ovvero la cronaca, l’indagine sulla colpa e Roma, si intrecciano durante il lungo percorso fino ad arrivare al culmine nell’ultima puntata. Qui, infatti, per un attimo si raggiunge quasi un equilibrio tra dubbi e verità, tra voglia di conoscere e paura di quello che si andrà a scoprire, tra colpa e redenzione. Questo grazie alle testimonianze di persone esterne che hanno prestato la loro voce per raccontare uno dei momenti vissuti a Roma che li hanno segnati di più nel profondo, che hanno fatto intravedere loro quella scia magica della città di cui parlavamo prima. Vien fuori una serie di aneddoti e confessioni che creano una sorta di preghiera dedicata al povero Luca Varani, romano, un ragazzo che ha vissuto quello strana e contraddittoria aura di Roma e che, alla fine, ne è rimasto vittima.
Il tutto si dipana in sette episodi che hanno una lunghezza media di 45 minuti ciascuno. La voce principale è quella di Nicola Lagioia ma sono tante le voci che compongono questo audio-puzzle. Tra gli ospiti ci sono anche Walter Foffo, padre di Manuel, l’avvocato Andreano, la giornalista Chiara Ingrosso che ha seguito le vicende fin dall’inizio, l’intellettuale Luigi Manconi a dare una panoramica di tutto ciò che riguarda il sistema detentivo in Italia. E poi spezzoni di telegiornali, testimonianze di forze dell’ordine e conoscenti. In ultimo, ma sicuramente non per importanza, le vere voci di Foffo e Prato registrate durante gli interrogatori della polizia.
Ad accompagnare questo caleidoscopio di voci ci sono le musiche e i soundscape creati ad hoc da Luca Sera Micheli, un autore che chi ascolta podcast di qualità conosce bene. Il podcast, inoltre, è stato scritto a quattro mani da Lagioia con Alessia Rafanelli e poi montato e post-prodotto da Michele Boreggi, il tutto sotto la supervisione di Sabrina Tinelli.
La Città dei Vivi è un podcast che ti spezza, una costante ricerca di risposte a domande impossibili, un lavoro duro da digerire anche per chi mangia pane e true crime. Allo stesso tempo, però, è un podcast meraviglioso, di grande qualità, una fatica che ripaga di tutto lo sforzo emotivo che bisogna fare per arrivare alla fine.
Potete ascoltare La Città dei Vivi di Nicola Lagioia su tutte le piattaforme digitali di streaming audio e podcast.