la semplicità dell'inquietudine
la semplicità dell'inquietudine
acufeni
di Federica Frezza
Vi succede mai che un giorno tornate a casa e non volete fare nient’altro che sdraiarvi ed ascoltare una bella storia? Magari uno di quei giorni che avete fatto dieci ore a lavoro e avete mangiato solo un tramezzino del distributore. Uno di quei giorni che avete dovuto ascoltare le lamentele del vostro capo mentre fuori c’era il sole, poi finalmente uscite dall’ufficio e piove e vi viene voglia solo di imprecare, farvi una doccia calda ed ascoltare un bel podcast.
Devo dirvi la verità: mi è capitato spesso. Allora uno di quei giorni sono tornato a casa, ho fatto una doccia calda e ho sfogliato la mia libreria di Spotify che è un po’ come la mia libreria reale: piena di libri che ho comprato perché volevo leggere ma che non ho ancora letto.
Ogni tanto arrivano i sensi di colpa e allora si prende una decisione: oggi inizierò a leggere uno di quei libri. È quello che ho fatto anche io.
Così ho sfogliato la libreria (di Spotify) e ho aperto Acufeni.
Non so se tra voi c’è qualcuno appassionato di misteri e leggende dai tratti thriller e le venature horror. Se lo siete questo è un podcast che fa per voi. Se non lo siete, beh, mi dispiace per voi.
Acufeni è un podcast dedicato a storie misteriose, leggende e fatti strani e bizzarri (forse) realmente accaduti. Storie di persone, di luoghi e di oggetti dai risvolti enigmatici. Storie di occulto. Un podcast creato da Federica Frezza, copywriter, social media manager e youtuber con la passione dei libri, delle serie TV e, ovviamente, del mistero.
Le storie che Federica racconta spaziano molto dal punto di vista di ambientazioni e situazioni. In una puntata, per esempio, parla della storia della bambola Robert, il fantoccio di pezza posseduto da spiriti maligni, e di Annabelle, la bambola stregata che ha ispirato la saga di The Conjuring. In un’altra puntata viene raccontata la leggenda della morte di Paul McCartney, della sua sostituzione da parte di un sosia e di tutti i messaggi subliminali che i Fab Four avrebbero lasciato nella loro musica e nelle copertine dei dischi come indizi per conoscere la verità. In un’altra ancora si parla di Rodolfo Valentino, della sua vita e, soprattutto, del suo anello maledetto che, pare, abbia fatto del male a ben più di una persona.
Ora immagino che vi starete immaginando questo podcast come una sorta di casa degli orrori o come un brutto film horror in cui si salta dalla sedia solo perché c’è vento fuori e la porta di casa “stranamente” sbatte più forte del solito.
Se ve lo immaginate così sappiate che non è proprio così.
A parte la sigla iniziale (che si, è abbastanza inquietante) e le musiche di sottofondo (che sono inquietanti solo quando devono) il podcast è praticamente un monologo ben strutturato. Non ci sono effetti speciali, l’unica cosa che conta è la storia e come viene raccontata. E, a quanto pare, la forza di questo podcast sta proprio in questo: nella sua semplicità.
Federica racconta la storia in modo chiaro, penetrante e, soprattutto, appassionato. Non servono effetti speciali, non siamo in un horror di serie B. Quello che tiene su il podcast è la voce da cui escono queste storie. Persino la qualità tecnica della registrazione non è delle migliori ma quando Federica inizia a parlare si viene rapiti quasi immediatamente dal contenuto.
Un ulteriore punto a favore è la presenza di un sito web del podcast in cui ci sono le trascrizioni di tutte le puntate e sono citate tutte le fonti da cui l’autrice parte per costruire la sua narrazione.
Insomma, se siete amanti del genere e delle narrazioni ben costruite questo è il podcast che dovete ascoltare.
Non è per niente facile essere semplici e, in questo, Acufeni vince.
E, in barba al titolo, questo podcast non fa per niente male alle orecchie. Anzi.