micropodcast per tutti i gusti
il progetto pillow
Intervista agli autori
Bologna è una città piena di vita, cultura, arte. Un crogiuolo di esperienze ed opportunità. Proprio qui ho iniziato il mio percorso nel mondo della radio e del podcast. Così, una sera mentre ero in giro per la città mi capita un volantino sotto mano. Sponsorizzava “Pillow Fest”, un evento organizzato da una nuova community digitale costituita da autori di micro-podcast. L’evento in questione era la premiazione di un contest per podcaster lanciato su Telegram, il quale trovava il suo culmine nell’incontro reale tra autori e ascoltatori. Ovviamente ho partecipato a quel contest e, pur non avendo vinto, ora uno dei miei podcast viene pubblicato sul loro canale.
Da quel giorno sono passati diversi mesi e nel frattempo Pillow è cresciuta. La sua vocazione per i micro-podcast in “stile lo-fi” rimane intatta e fortemente caratterizzante. Tuttavia il palinsesto si è aperto anche a diversi tipi di autorialità. Un’apertura che amplia il progetto ma che non lo snatura. L’obiettivo rimane sempre quello di avvicinare chi parla a chi ascolta. Ogni podcast del canale ha la usa modalità per raggiungere quell’obiettivo. Questa modalità può essere individuata nell’uso di una tipologia particolare di format, nell’abilità oratoria del podcaster, nella qualità del contenuto o nell’interattività di certi tipi di pubblicazioni. E, come nel caso del “Pillow Fest”, nell’abbattimento della barriera digitale, in modo tale da consolidare le fondamenta della community e di conoscere le voci dietro al microfono.
Abbiamo incontrato i ragazzi di Pillow e abbiamo fatto loro qualche domanda sul loro progetto.
Michele. Ciao ragazzi. Quando, come e dove nasce l’idea di questa community?
Pillow. Nasce a ottobre 2019 da un’idea iniziale di Giacomo Uguccioni, rielaborata insieme a Marco Tosatto e Marco Storoni Mazzolani Di Maio, per dare la possibilità a tutti di condividere brevi contenuti audio a stile e tema libero. Scoprire le modalità creative e originali con cui gli autori hanno interpretato e utilizzato il medium è una grande soddisfazione che continua a sorprenderci.
Michele. Quali contenuti state offrendo in questo periodo?
Pillow. I podcast che stiamo proponendo spaziano nei generi e nei contenuti. Abbiamo Strali di Giacomo Uguccioni che dopo le sue pillole di geometria è passato a contenuti più autoriali: testi scritti da lui e musica composta appositamente, sicuramente una perla di cui siamo orgogliosi.
Continua anche Trentasei di Marco Storoni Mazzolani, dedicata agli stratagemmi tattici e militari dei cinesi. Ospitiamo ormai dall’inizio dell’emergenza Coronavirus il Decameron di Johnny Faina, che ha avuto un grande successo!
Giuditta Sacchini, arrivata come te [Michele] grazie al contest “Ti mando un vocale” pubblica le sue letture di brani e libri. Ogni venerdì ospitiamo The I can’t even speak english Show, il podcast della London-Based-Band Husky Loops.
Questo è ciò che succede in queste settimane su Pillow, ma il palinsesto è sempre in evoluzione e negli scorsi mesi abbiamo avuto moltissime proposte interessanti come Pillow_Ball di Edoardo Collina, La Vanvera di Lucia Fontanelli e tanti altri, come tanti altri ne vedremo prossimamente.
Michele. La scelta di usare solo Telegram come canale di ascolto da una parte favorisce molto l’incanalamento del target alla fruizione dei contenuti ma dall’altra esclude una fetta di potenziali fruitori più pigri. Come mai questa scelta?
Pillow. L’idea di esordire su Telegram è il frutto di una nostra personale scommessa: volevamo mantenere una immagine “colloquiale” dei nostri podcast. Sono pillole audio che ascolti sul cuscino, inviate come vocale magari dalla tua “crush” di turno. Ma la scelta è stata anche frutto di una analisi sul piano della distribuzione: Telegram si presentava, infatti, come un El Dorado tutto da scoprire, nelle funzionalità e nelle fruibilità, giacché sono rari i canali esclusivamente di podcast in questa piattaforma.
Michele. Ci sono degli obiettivi a lungo termine per il progetto? Se si quali sono?
Pillow. Sicuramente, dopo il rodaggio esclusivo su Telegram, abbiamo intenzione di esordire su piattaforme più ampie come Spreaker e Spotify. Poi, per il lato più “fisico”, siamo ancora segnati dalla bellissima esperienza del “Pillow Fest”, evento che ha dato modo a tutti di conoscerci e che, virus permettendo, vorremmo riproporre in futuro. C’è un altro progetto in atto, ma per il momento ce lo teniamo per noi.
Michele. Cosa è per voi il podcasting?
Pillow. Per noi il podcasting è la possibilità di esprimere il nostro mondo e farlo coincidere con il vostro. Un’opportunità per capire che siamo tutti uguali e siamo tutti enormemente diversi. Lo vediamo anche come una terra ancora tutta da esplorare!
PODCAST CONSIGLIATO
2030 – The Sound of Future di Andrea Frollà
Dall’intelligenza artificiale al 5G, dal quantum computing ai big data, scopri come l’innovazione sta cambiando e cambierà le nostre vite grazie ai contributi dei più importanti esperti del panorama italiano.
Freud & Furious di Maria Dutto
Analizzo film e serie TV dal punto di vista psicologico, in modo leggero e divertente. In ogni episodio trovate: un’analisi psicologica di un film e una serie TV, collegati da una stessa tematica psicologica.