podcast movement e youtube podcast

podcast movement
e youtube podcast

l'evento podcast movement 2022

È finito pochi giorni fa uno degli eventi più grandi al mondo dedicati al podcasting, il Podcast Movement 2022. Pensato “dai podcaster per i podcaster” il Podcast Movement è nato nel 2014 a Dallas grazie all’idea di alcuni podcaster e imprenditori e ad una campagna avviata su Kickstarter, sito di crowdfunding. Cresciuto sempre di più negli anni grazie al sostegno sempre maggiore della community creatasi attorno all’evento, oggi il Podcast Movement è la conferenza annuale per eccellenza dedicata all’industria dei podcast. L’evento vede più di 3000 partecipanti e ospita relatori di ogni tipo, espositori, formazione, networking e feste. Tra gli sponsor decine di società come IHeart Radio, Triton Digital, Acast, Amazon Music e tantissime altre dei più svariati settori che compongono il mondo del podcasting

Come detto l’evento avviene ogni anno e ha toccato molte città statunitensi: Chicago, Philadelphia, Orlando, Los Angeles, Nashville. Dal 2019, inoltre, è nato il Podcast Movement Evolution, un evento diverso da quello di bandiera e dedicato più nello specifico a tutte le novità che riguardano il podcasting. Una sorta di masterclass sulle nuove tendenze del mercato del podcast, dal punto di vista tecnologico, contenutistico e pubblicitario.

Podcast movement e youtube podcast

Quest’anno la conferenza principale è tornata nella sua città d’origine, Dallas, e si è tenuta dal 23 al 26 agosto. Decine e decine di speaker si sono susseguiti nei vari panel e nei tantissimi workshop. Tra gli speaker anche Steven Goldstein, CEO di Amplifi Media, Kai Chuck, Head of Podcasting di YouTube, Ross Adams, CEO di Acast, e Nell Ketkar, Head of Product di Wondery. E poi tantissime altre personalità che fanno parte dell’industria del podcasting ma anche società e podcaster indipendenti, social media strategist, coach e giornalisti.

Dopo l’edizione virtuale del 2020 causa Covid-19 il Podcast Movement è tornato dal vivo più grande e forte di prima, a Nashville nel 2021 e poi nella sua città natale Dallas. Questo grazie soprattutto alla sua immensa community e alla volontà di contributors e sponsor nel rendere questo evento il più importante al mondo in materia di podcast.
Il prossimo appuntamento sarà al Podcast Movement Evolution dal 7 al 10 marzo 2023 a Las Vegas.

Podcast Movement e YouTube Podcast

appena sfornati

  • È uscito In Buone Mani, il podcast che racconta le storie di donne professioniste che si prendono cura del patrimonio artistico e culturale italiano. Prodotto da Chora Media in collaborazione con il Ministero della Cultura, il podcast è condotto da Mia Ceran e in otto puntate vuole esplorare otto realtà del nostro Paese studiate e gestite da donne che sono diventate testimonianza d’eccellenza della salvaguardia artistica e culturale della penisola.
    Il podcast è disponibile su tutte le piattaforme.

  • Finalmente dopo mesi e mesi dall’annuncio è stato rilasciato il podcast di Meghan Markle, duchessa di Sussex consorte del principe Harry d’Inghilterra. Prodotto da Spotify e Archewell Studios, società fondata dagli stessi duca e duchessa di Sussex, il podcast si chiama Archetypes e mira a decostruire le etichette che voglio trattenere le donne dall’autodeterminazione. Condotto dalla stessa Markle, il podcast ospiterà donne ambizione e di successo che hanno demolito la figura della donna costruita dalla visione patriarcale e l’hanno ricostruita come esse stesse volevano.
    Il podcast è disponibile in esclusiva su Spotify.

la sezione podcast di youtube

All’inizio ci fu Google Listen, poi si passò a Google Play Music Podcast fino ad arrivare all’odierno Google Podcast. Un percorso che, ora, è davanti ad un altro bivio. Difatti è nata in questi giorni la sezione podcast di YouTube.

La distribuzione è ancora in corso e quindi è molto probabile che la sezione non sia ancora visibile per buona parte degli users (youtube.com/podcasts il link diretto per controllare). Chi invece ha già accesso può notare che la sezione ha una struttura semplice, divisa in diverse sotto-categorie e playlist. Un layout tipico di YouTube, non particolarmente accattivante rispetto alle altre piattaforme di streaming. Non che questo sia un problema visti i numeri sempre crescenti di YouTube rispetto a Apple e Spotify grazie all’avvento dei video-podcast. Non a caso, almeno per ora, in questa sezione troviamo solo video-podcast, quindi contenuti perfettamente aderenti alla piattaforma.

Perché un bivio, dunque? Perché effettivamente questa è la quarta piattaforma di Google dedicata al podcasting. Certo, per ora è solo una sezione di YouTube, ma non si può escludere che diventi una piattaforma a sé. In quel caso potrebbe esserci un passaggio totale dei podcast da una piattaforma all’altra o magari una fusione delle due. Entrambe soluzioni che, almeno all’inizio, potrebbero portare un po’ di confusione. Ma se è vero che YouTube Music ha sostituito Google Play Music la cosa può avere senso anche per quanto riguarda i podcast, almeno teoricamente. Consideriamo che YouTube rimane il nido principale dei contenuti del web e di Google, che recentemente in YouTube è stato creato il ruolo di “Podcast Lead” e che la piattaforma è disposta a coprire i costi per il passaggio a video-podcast per i podcast più popolari. Insomma, tutto è possibile. Staremo a vedere.

podcast movement e youtube podcast

news dal mondo podcast

  • Prossimamente il podcast di Kareem Abdul-Jabbar  
    In arrivo il podcast dell’ex star dei Los Angeles Lakers Kareem Abdul-Jabbar dedicato all’incredibile era dello Showtime dei Lakers, uno dei periodi più spettacolari del campionato NBA. Solo poco tempo fa HBO ha rilasciato Winning Time, una serie dedicata alla gesta dei Lakers di quegli anni ma fortemente criticata per le sue inesattezze. Proprio per questo Jabbar ha deciso di creare questo podcast e raccontare quello fu tramite le voci dei veri protagonisti come Magic Johnson, James Worthy e Bob McAdoo.

  • Twitter introduce i podcast 
    Anche su Twitter ci sarà spazio per i podcast
    . Lo ha annunciato qualche giorno fa la società stessa, affermando che ormai il limite di 280 caratteri è troppo poco per certi tipi di discussioni. Ma come funzionerà? A quanto pare ci sarà un’esperienza riprogettata nella scheda Spaces con contenuti audio tematici. Inoltre saranno visibili (e ascoltabili) anche podcast famosi che verranno proposti all’utente in base alle sue interazioni e alle sue preferenze. 
    Insomma, il passo di Twitter è un ulteriore dimostrazione (soprattutto in questi giorni) che il podcast sta arrivando ovunque e che tutti vogliono usufruirne. 
    Qui l’annuncio ufficiale di Twitter. 

  • Podcast e disinformazione
    Global News Canada ha recentemente pubblicato un articolo in cui spiega come i podcast siano diventati strumenti per fare disinformazione. Non è una novità che il cospirazionismo e il complottismo, spesso alleato di propagande destrorse, cerchi di trovare mezzi sempre alternativi e non controllabili per diffondere le proprie idee. Non a caso Rachel Gilmore, l’autrice dell’articolo, cita Alex Jones e le sue bufale circa il massacro della scuola Sandy Hook del 2012, bufale su cui è riuscito a guadagnare un bel mucchio di milioni. Ma cita anche questioni più recenti, come le dichiarazioni di Ben Shapiro sui transgender e di Joe Rogan sul Covid19, podcaster seguiti da milioni di persone.

    Alla base dell’uso dei podcast in questo senso c’è la bassa barriera di accesso: tutto ciò che serve è un microfono e un software di editing di base. È anche meglio dei social in quanto su questi ultimi lo strumento di segnalazione è decisamente più efficace rispetto a quello delle piattaforme d’ascolto, praticamente inesistente.
    L’argomento è stato trattato anche da Andrea Federica de Cesco tempo fa nella sua newsletter.
    Qui l’articolo completo.

  • Quanti podcast sono in produzione? Pochi!

    AmplifiMedia e Podnews tempo fa hanno avviato uno studio per cercare di capire quanti podcast sono ancora in produzione. Partendo dall’annuncio di Spotify sui circa 4.4 milioni di podcast presenti sulla loro piattaforma, lo studio è stato fatto nel periodo di aprile 2021 (all’epoca erano 2 milioni) e poi a luglio 2022, in collaborazione con Podcast Index.

    Risultato? Il numero dei podcast in produzione è sorprendentemente basso
    .
    Questo perché, sì, ci sono circa 4 milioni di podcast là fuori (indicizzati da Podcast Index), eppure almeno la metà hanno all’attivo solo 3 o meno episodi (retaggio del periodo di lockdown in cui tutti sono diventati podcaster?). Dell’altra metà solo una parte ha superato i 10 episodi e solo l’8% ha pubblicato un episodio negli ultimi 30 giorni analizzati. Tra i vari risultati, secondo i criteri imposti, alla fine risulta che dei 4 milioni di podcast presenti su Podcast Index solo il 4% risulta ancora vivo e attivo. Un numero molto più basso di quello che logicamente ci si potrebbe aspettare.
    Qui lo studio completo.

In Ascolto torna la prossima settimana con altre notizie e novita dal Mondo Podcast.
Condividi l’articolo sui tuoi social!

In Ascolto torna la prossima settimana con altre notizie e novita dal Mondo Podcast.
Condividi l’articolo sui tuoi social!