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podcast, pubblicità, contratti

dentro un contratto spotify

Pochi giorni fa Spotify ha reso pubblici i risultati del suo terzo trimestre e ha posto in evidenza che un bel numero di entrare economiche è da attribuire al ruolo delle pubblicità. In particolare, a quanto pare, il 13% delle entrate totali è rappresentato dal business pubblicitario, una percentuale pari a 385 milioni di dollari. Un ruolo fondamentale in questo l’ha avuta l’attività pubblicitaria all’interno dei podcast.

Abbiamo visto in un numero precedente di In Ascolto quando Spotify si sia mossa esplicitamente per avere un ruolo predominante, se non monopolistico, nell’ambito di gestione delle pubblicità audio. Questo soprattutto grazie allo Spotify Audience Network, un mercato pubblicitario programmatico che inserisce e gestisce gli annunci all’interno dei podcast. Proprio per questo, dunque, la notizia del suo fatturato scaturito dall’ambito pubblicitario, da un lato, non ci coglie di sorpresa.
Dall’altro lato, però, bisogna tener conto anche del podcaster e/o host del podcast. A loro quanto spetta degli introiti generati dalla pubblicità?


 

Ahsley Carman, giornalista di Bloomberg e autrice di Soundbite, una nota newsletter settimanale dedicata al mondo audio, ha deciso di approfondire la questione andando a dare un’occhiata a alcuni contratti che legano i podcaster a Spotify.
Secondo la Carman i podcaster che hanno un contratto con l’azienda e monetizzano tramite lo Spotify Audience Network (o SPAN) ci guadagnano circa il 50% del ricavato. Nella media, considerando che YouTube paga il 45/55% ai creator e anche Twitch passerà dal 70% al 50% a partire da giugno 2023.

Non è solo una questione economica. La Carman afferma, infatti, che Spotify non riesce a garantire l’assenza di pubblicità concorrenziali all’interno del podcast. Questo a causa della classificazione non perfetta delle categorie di annunci, la quale non permette ai podcaster di bloccarne determinati tipi. Questo può portare a conseguenze più o meno gravi per i creators: se infatti io ho un contratto pubblicitario con un’azienda specifica di solito è prassi specificare che all’interno del podcast non può esserci l’annuncio di un competitor. Se quest’ultimo finisce nel podcast, in quanto SPAN non è riuscito a bloccarlo, si verifica una violazione di contratto. Una violazione che può portare, nel migliore dei casi, alla cessazione di ogni collaborazione.

Insomma, il problema di categorizzazione di SPAN è evidente. Eppure, secondo la Carman, Spotify non è pienamente interessata a risolverlo in quanto essa è incentivata a coinvolgere il più ampio numero di inserzionisti possibile, andando a riempire tutti i posti vuoti e generare guadagno.
Trovate qui l’articolo completo di Ashley Carman.

appena sfornati

  • OnePodcast ha pubblicato un nuovo podcast dal titolo Meredith, il delitto di Perugia. Esso è incentrato sulla ricostruzione del delitto che ormai 15 anni fa ha sconvolto l’Italia intera, quello della ragazza inglese Meredith Kercher. Un caso giudiziario che per anni ha fatto discutere e lo fa ancora oggi. Il podcast ricostruisce in sette puntate tutta la storia del delitto, dal ritrovamento del cadavere all’assoluzione dei principali indiziati, Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
    Il podcast è disponibile su OnePodcast e sulle altri principali piattaforme.

  • Dazn ha lanciato il suo primo podcast in Italia a tema calcistico. Esso si chiama Croquetas e, in linea con la mission generale della piattaforma streaming, vuole connettere i propri fan agli sport che amano a 360°. Il podcast andrà ad approfondire il weekend calcistico della Serie A e degli altri principali campionati. I conduttori sono gli ex calciatori Borja Valero, Marco Russo e Matteo Palmigiano.
    Il podcast è disponibile su tutte le piattaforme.

  • È uscito il primo podcast della scrittrice Sveva Casati Modignani. Esso si chiama Cara Sveva. Il tempo e l’amore ed in quattro puntate vede l’autrice dialogare con quattro eroine letterarie: Anna Karenina, Teresa Batista, Denver e Lady Chatterley. I temi dei dialoghi riguardano amore, sessualità, matrimonio, violenza di genere, letteratura e femminismo.

    Il podcast, prodotto da Mondadori Studios, è disponibile su tutte le piattaforme.

  • Per il triste anniversario dei 100 anni dalla Marcia su Roma è uscito 1922 Italia Anno Zero. Scritto da Andrea Fabozzi, giornalista de Il Manifesto, esso racconta l’evento prendendo come punto di vista le pagine dei giornali italiani dell’epoca. Un racconto che diventa specchio di un Italia traumatizzata e divisa in cui l’ascesa del fascismo segna un punto zero della storia della nazione.
    Il podcast, prodotto da Tracce Studio, è disponibile su tutte le piattaforme.

news dal mondo podcast

  • TRIBOO E T-PODCAST
    Il gruppo Triboo, player italiano con un bel numero di podcast all’attivo, ha recentemente effettuato un riposizionamento della sua casa di produzione audio. Il re-branding è stato lanciato ufficialmente con T-Podcast, un nuovo canale che racchiude tutti i podcast già pubblicati e andrà ad ospitare le produzioni future. Per l’occasione è stato lanciato anche un nuovo podcast, il primo in questa nuova veste. Esso si chiama Spaghetti Thriller ed è incentrato su una serie di omicidi italiani degli anni ’80 e ’90 in cui ancora oggi non è stato trovato un colpevole.

  • GEN-Z E AUDIO PARLATO

    Secondo l’ultimo Spoken Word Audio Report pubblicato da NPR e Edison Resarch la crescita di ascoltatori di audio e del tempo trascorso ad ascoltarlo è sempre più opera di fasce demografiche più giovani. Basato sulla popolazione statunitense, lo studio riporta che quasi la metà della popolazione ascolta quotidianamente contenuti audio parlati. In particolare, però, c’è stato un aumento del 214% nell’ascolto trai i giovani di età compresa tra i 13 e i 24 anni. Nello specifico la Gen-Z trascorre il 22% del tempo ad ascoltare audio parlato rispetto alla fascia di età 13-24 del 2014, che ne trascorreva solo il 7% del tempo.
    Trovate qui il report completo.

  • ADOBE EXPRESS PODCAST
    Il 21 dicembre del 2021 la società Adobe aveva annunciato l’arrivo di un nuovo editor dal nome Project Shasta. Stando agli ultimi aggiornamenti, però, l’editor ha cambiato nome in Adobe Express Podcast. Stando a quanto dice il sito esso permetterebbe di “modificare le parole, non le forme d’onda”, cioè consentirebbe di modificare l’audio utilizzando una trascrizione. Questo grazie alla tecnologia speech-to-text di Adobe Premiere Pro.
    L’editor in versione beta è già testabile qui in anteprima su richiesta.  

 

  • SPOTIFY E AFRICA
    La società Spotify ha lanciato l’Africa Podcast Fund, un’iniziativa volta a sostenere i podcaster africani con un fondo di 100.000 dollari. I tredici fortunati selezionati, che sono anche i creator con il maggior numero di ascolti, avranno accesso a queste sovvenzioni finanziarie, ma anche l’opportunità di partecipare a workshop e networking. Il tutto è mediato da Africa Podfest, una società Kenyana che si occupa di costruire una comunità sostenibile all’interno del mondo del podcasting africano.
    Un’iniziativa che ha seguito quella di Sounds of Africa, in cui sono stati selezionati sei artisti e sei podcaster africani.
    Trovate qui i dettagli e i nomi dei tredici selezionati.

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