storia e podcast:
insegnare in chiave pop

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Intervista a Marco Cappelli

Sono passati pochi giorni dal 25 Aprile più strano mai festeggiato. Una data che ha segnato una svolta nella storia del nostro territorio e che in questo momento storico assume ulteriore valore di unità e speranza. Questo tipo di celebrazioni ci aiutano a ricordare quello che è accaduto negli anni e nei secoli, al fine di costruire davanti a noi prospettive fatte da scelte giuste e consapevoli. È la storia che ci insegna a vivere e, non a caso, la nostra nazione ha una delle storie più lunghe e avvincenti di tutte.

Questo lo sa bene Marco Cappelli, autore e host del podcast Storia d’Italia. Marco, nativo abruzzese, abita e lavora in Belgio dove opera nel settore del marketing. La sua passione, però, è la Storia. Così, durante i suoi momenti liberi, Marco lavora ad un progetto ambizioso: il podcast Storia d’Italia, con il quale vuole ripercorrere tutte le vicende appartenenti alla nostra storia, da Costantino fino ai giorni nostri. L’idea di Marco è vincente: la sua bravura, il suo modo di parlare degli eventi, l’utilizzo di citazioni pop, l’utilizzo dei social ad integrare ulteriormente i suoi contenuti, hanno portato il suo podcast ad essere uno dei più ascoltati in Italia. Forse complice anche un’odierna carenza di podcast italiani a tema divulgativo-storico. Ma complice soprattutto l’anima affascinante ed educativa della Storia stessa. Un’anima che risiede sia nei grandi accadimenti sia nelle vicende meno conosciute.

Sono riuscito a contattare Marco per fargli delle domande sul suo progetto.

Michele. Ciao Marco. Quanto, nel tuo podcast, è fondamentale inserire elementi “underground” rispetto alla storia mainstream?

Marco. Ciao Michele. Sono sempre a caccia di elementi curiosi: nella maggior parte dei casi non ho idea di cosa troverò nella ricerca, spesso seguo dei bianconigli nella loro tana quando mi imbatto in storie uniche. Farò un esempio: Galla Placidia. La sua storia è incredibile: figlia e nipote di imperatori, finisce catturata dai Goti nel primo sacco di Roma, nel 410. Il leader dei Goti Ataulf decide di sposarla e lei sembra amarlo, forse una sindrome di Stoccolma d’antan. Il loro figlioletto è l’erede al trono degli Augusti e dei Goti, potrebbe unire i due popoli ma muore infante a Barcellona. Ataulf sarà assassinato e Galla Placidia andrà poi in sposa ad un romano molto capace, suo figlio sarà imperatore e lei sarà la vera potenza dietro al trono. Molti non sanno però che non è sepolta nel mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, ma si fece seppellire a Roma, nell’antica San Pietro costruita da Costantino e poi demolita nel Rinascimento. Nel quindicesimo secolo venne alla luce la sua tomba, che fu completamente distrutta. Però le cronache del tempo dicono che fu trovato un sarcofago grande con i gioielli di una grande dama romana e di fianco una piccola bara, con i resti di un bambino. Quasi certamente il figlio che aveva avuto da Ataulf, 40 anni prima. Non lo sapevo, quando lo ho scoperto mi è parso un dettaglio molto toccante e lo ho riportato nel podcast.

Michele. Il tuo podcast è molto minimal: pochissimi effetti sonori, poca musica inserita nei punti giusti. La tua voce e quello che racconti sono il punto focale. È il sintomo che la storia, raccontata senza “effetti speciali”, assume quel valore pedagogico-narrativo che spesso le si attribuisce idealmente ma che non sempre si riscontra nei fatti e negli eventi odierni?

Marco. Con il tempo ho incrementato il sound design, ma rimango convinto che sia la storia che deve afferrare l’ascoltatore senza lasciarlo mai. Il testo, le vicende, il modo di raccontarle. La cosa bella è che di solito non debbo inventare nulla: la storia stessa è così affascinante e così vera da superare l’immaginazione di qualunque romanziere. Occorre solo esporre l’emozione che è insita nelle vicende degli uomini.

Michele.  L’inserimento di citazioni pop (vedi L’impero Colpisce Ancora nell’ep.26 o Il Gioco del Trono nell’ep.4) è una cosa molto piacevole perché è presente ma non eclissa in alcun modo il racconto storico. Quanto, secondo te, influisce la cultura pop sul tuo modo di vedere e raccontare gli eventi storici di cui parli?

Marco. Credo che sia un modo di collegare eventi lontani alla realtà dei nostri giorni, cercare un aggancio che con un piccolo paragone faccia capire tutto: in quella battaglia c’è una carica di cavalleria improvvisa, come ai campi di Pelennor ne Il ritorno del Re. Quel personaggio è un tipo losco e un maestro degli intrighi come Ditocorto, ne Il Trono di Spade. Alla fine però la ragione è che sono anche io un nerd, e inserire nella grande storia le storie che mi hanno appassionato è anche il modo per sentirle mie.

Michele. Hai raggiunto i 50 episodi e sei più o meno alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Visto che il podcast si chiama Storia D’Italia la domanda sorge spontanea: dove vuoi arrivare e quanto ci vorrà? 

Marco. Voglio arrivare alla fine, ai giorni nostri, e ho fatto pace da tempo con il tempo che ci vorrà. Inizialmente avevo un piano di narrare la caduta dell’impero romano in 4-5 episodi, ce ne sono voluti 50. Non voglio sacrificare la qualità per raggiungere un obiettivo, quindi non guardo troppo oltre e penso a mettere un passo davanti all’altro, un episodio dopo l’altro. Adesso non vedo l’ora di raccontare la storia dei “secoli bui”, così bui che di solito nessuno ne sa nulla!

Michele. Cosa usi per registrare e dove registri?

Marco. Registro a casa e lo dico agli aspiranti podcaster: non serve una tecnologia così avanzata. Un PC, un microfono buono da circa 100 euro, un software di editing gratuito. Avete tutto quello che vi serve per battere anche le radio nazionali.

Michele. Vuoi dire qualcosa ai tuoi ascoltatori e lettori?

Marco. La storia è sempre rilevante. Stiamo passando attraverso una pandemia senza precedenti contemporanei, ma i precedenti antichi ci sono eccome. Magari avete odiato la storia a scuola, ma se la riprenderete in mano o in cuffia troverete che dietro le date, le battaglie e gli eventi incomprensibili ci sono uomini e donne, come me e voi, con le vostre debolezze e i vostri pregi. Se vivrete nel loro mondo non potrete staccarvi dalla loro storia, come succede con un buon romanzo e un ottimo film. E una volta che avrete vissuto il loro mondo, le loro vittorie e le loro paure, sarà più facile anche affrontare il presente, anche i terribili giorni che stiamo vivendo.

Potete ascoltare Storia d’Italia di Marco Cappelli su tutte le piattaforme digitali di streaming audio e podcast.

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